PENSIERI RESISTENTI | Liberación es todos los días!
Fabrizio "Ya" Di Buono
(da Buenos Aires, Argentina)
(da Buenos Aires, Argentina)
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Una strada deserta del quartiere di San Telmo, Buenos Aires (ph. F. Di Buono) |
Sempre 25 aprile.
Il 25 aprile 2020, il 75° della Liberazione dal nazifascismo, quello trascorso da fuori sede, fuori tutto, con un oceano di mezzo, è stato
ricco di auguri, chiamate, abbracci mancati, ma di quelli forti che vanno oltre il corpo, oserei dire che giungono all’anima, che fanno sentire di essere parte,
di parteggiare e di appartenere a una comunità, i quali hanno avuto lunga
durata, fino all’ultimo, in un 25 aprile esteso di 10 ore (5 ore d’anticipo, 5
ore di posticipo a causa di un fuso orario). La coloratissima diretta social ANPI Cosenza ha nostalgicamente accorciato le distanze.
Il risultato è scrivere oggi che
il 25 aprile è sempre. Da quel 1945 si è trasformato in un continuum che oggi
ci accompagna in un mondo che allora si ricostruì secondo i valori della
Resistenza, anche tradendoli spesso in particolare nel nostro Sud, e che oggi
continua a essere un mondo possibile.
Il 25 aprile è così la Liberazione dal nazifascismo per il mondo delle possibilità, secondo quei valori di giustizia sociale, uguaglianza formale e (soprattutto) sostanziale e solidarietà
Le storie di contadini, come
quella di mio nonno, che vedevano finire i soprusi, la storia di ragazzotti che
finalmente si spogliavano delle divise da giovani balilla e raccontarono poi la
propria miseria morale nel vestirla per obbligo (come l’altro mio nonno),
le storie di chi clandestino veniva nascosto nelle soffitte o cantine delle
case per essere scappato dalla guerra, le storie di quegli antifascisti che
rifiutando la tessera del partito fascista subirono purghe e qualsiasi altro
tipo di violenza materiale e simbolica, le storie di chi - chiuso nelle carceri
- scrisse alcune delle pagine più importanti non solo per l’Italia o chi veniva
sottoposto a costante tortura, così come l’esempio di chi fece la Resistenza in
ogni suo ingranaggio,
restano nella mente e vanno oltre il 25 aprile, riscoprono e creano un valore quotidiano e una costruzione del noi personale e collettiva.
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Congreso de la Nación Argentina (ph. F. Di Buono) |
Venti e più anni di volgarizzazione
della Festa della Liberazione compiuta dal berlusconismo e amplificata oggi
dall’utilizzo delle reti sociali, dall’analfabetismo funzionale o di ritorno,
dai programmi scolastici di storia che chissà faticano a non lasciare indietro
studentesse e studenti, da loschi figuri politici ossessionati dal consenso e
dalla propria ignoranza,
hanno fatto sì che il 25 aprile venisse collocato in un solo ed unico giorno, o meglio ancora lo hanno confinato ad uno spazio temporale limitato da 24 or.
Ma il 25 aprile è sempre, per questo occorre
spiegare e assumere la coscienza che le date storiche non hanno ore contate,
bensì estendono la propria potenza e le proprie possibilità oltre la
calendarizzazione. La data è storica perchè afferma un cambiamento della e
nella storia. Questo è il 25 aprile, la Liberazione dal nazifascismo che fece
iniziare un nuovo corso e che oggi esprime la possibilità di un miglioramento
delle nostre esistenze, umane, pensando un Paese che non accetta l’oppressione
e la rifiuta sotto qualsiasi forma essa si manifesti. All’indomani del 25 aprile continuiamo a
parteggiare per costruire un mondo più giusto e libero.
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