PENSIERI RESISTENTI | Mio nonno Adolfo (di Maurizio Pistolesi)
Un pensiero a tutte le donne e gli uomini che decisero di resistere senza fare atti di eroismo, tutte e tutti coloro che dissentivano dal pensiero e dagli atti della dittatura fascista ma non potevano o non erano capaci di imbracciare le armi e lasciare le loro famiglie per combattere; un pensiero a coloro che, come mio nonno, furono pestati a sangue dalle camice nere per essersi rifiutati di partecipare alle adunate in piazza del sabato fascista.
La
vicenda di mio nonno paterno, Adolfo Pistolesi, è emersa solo una decina di
anni fa, raccontata da un vecchio del mio paese Suvereto (LI) allora giovane
fascista e manca per questo di molti, troppi dettagli.
Mio
Nonno lavorava come minatore nelle miniere di Campiglia Marittima (LI) e tutte
le mattine faceva 20 km all'andata e 20 km al ritorno, in bicicletta, per
andare alla miniera. I fascisti di Campiglia M.ma pretendevano che fosse
presente in piazza (a Campiglia!) anche il sabato.
Al
suo rifiuto, reiterato più volte, le camice nere di Suvereto furono incaricate
di dargli una lezione.
Lo aspettarono sulla via del ritorno e lo pestarono a sangue
Mio
padre, piccolo, si ricordava solo che il padre era mancato da casa per diversi
giorni senza giustificazione, sicuramente per non mettere in difficoltà la
moglie e per non farsi vedere malconcio dai figli. Silvano Pistolesi, mio padre, aggiunge queste parole:
Nonno Adolfo non lo ha mai raccontato a noi figlioli, forse con il timore che da grandi fossimo tentati di vendicarci. Era un pochino balbuziente e diceva che la causa era per una paura avuta da piccolo. È probabile che la causa fosse stata il pestaggio fascista
Maurizio Pistolesi
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