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Visualizzazione dei post da 2020

Nel libro dello storico Dalena la storia di Paolo Cappello (Esperia Tv)

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 "E' uno dei casi irrisolti della Cosenza fascista: l'omicidio di Paolo Cappello , raggiunto da due colpi di rivoltella esplosi la sera del 14 settembre 1924 sul ponte di San Francesco e morto una settimana dopo a causa delle ferite riportate, è stato portato alla luce dal giornalista e storico Matteo Dalena ..."

Paolo Cappello, il garofano spezzato (di Filippo Veltri)

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  "Un libro fondamentale per capire la storia nostra e toglierla dell'oblio. Io che abito a pochi metri dalla odierna piazza intitolata a Cappello e sono nato alla Massa, stesso quartiere di Cappello, non sapevo ad esempio quasi nulla su questo muratore cosentino ucciso nel 1924. Matteo Dalena autore del libro copre questo vuoto".    Filippo Veltri sul Quotidiano del Sud - Calabria del 12 dicembre 2020. #quelgarofanospezzato #paolocappello   #storiasociale #storiacriminale #antifascismo

Dalena ricostruisce l'affaire Cappello (di Paolo Palma)

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Nel 1924, l’anno della morte di Paolo Cappello, Cosenza contava poco più di trentamila abitanti; era una piccola città nella quale tutti si conoscevano; e certi giovani, pur di opposte fazioni, vi frequentavano le stesse osterie. Matteo Dalena, giovane storico che racchiude in sé sia l’esperienza dell’ANPI, sia quella dell’ ICSAIC , da sempre impegnati a collaborare sui rispettivi versanti, ci racconta la storia di un “pasticciaccio brutto” che ebbe per protagonisti fascisti e socialisti . E lo fa con delicatezza, e con l’onestà intellettuale che deve sempre guidare lo storico, anche se politicamente schierato. La povera vittima, di soli 34 anni, assurta a simbolo del martirio antifascista, è così collocata nel contesto che le è più congeniale, come scrive l’autore,  quello sporco e pericoloso della strada, della miseria, del vizio, del crimine e della violenza, fatta e subita.  Ecco dunque Paolino Cappello: muratore socialista analfabeta della Massa, figlio d’ignoti, poi monello di st

96 anni fa l'omicidio di Paolo Cappello, ricordato in un libro

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  96 anni fa, il 21 settembre 1924 nel vecchio ospedale di Cosenza, si spegneva il muratore socialista Paolo Cappello . Era stato ferito una settimana prima, il 14 settembre del 1924, nei pressi del ponte di San Francesco a Cosenza da piombo fascista. I l suo omicidio è a oggi impunito .  Nel 2016 su richiesta della commissione studi storici del nostro direttivo, è stata intitolata al muratore socialista della Massa la nostra sezione provinciale. Oggi, Matteo Dalena , storico e giornalista e vicepresidente di questo direttivo provinciale ne ricostruisce la storia in un libro in via di pubblicazione con Le Pecore Nere.  Riportiamo uno stralcio della sua introduzione: "Il corpo senza vita dell’antifascista Paolo Cappello, disteso su un tavolaccio al lume di quattro ceri, è il macabro emblema del passaggio del fascismo dalle parole ai fatti anche a Cosenza, della transizione nel 1924 a un livello superiore, è il culmine di un’ escalation fatta di minacce, agguati, scudisciate, arti

Ricordiamo Riccardo De Luca, prima vittima del fascismo a Cosenza

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Riccardo De Luca, prima vittima del fascismo a Cosenza (12 maggio 1921) di Matteo Dalena Nel centro di Cosenza, tra via Popilia e il tribunale, c'è una strada intitolata a un giovane studente di cui si è persa o non si ha memoria, ucciso a rivoltellate dai fascisti nel maggio del 1921 . Tutti o quasi tutti conoscono la vicenda di Paolo Cappello , il muratore socialista della Massa, ucciso nel settembre del 1924 il cui omicidio è tuttoggi impunito. Il delitto Cappello - il primo in città dopo la presa del potere del fascismo - ha un fosco precedente (anch'esso impunito) inscritto nelle cronache cittadine come il primo omicidio a marca fascista quando ancora il fascismo "sgomitava" non solo per contare ma persino per esistere . Le politiche del 1921 erano alle porte. Le liste ministeriali liberal-democratiche si preparavano a fare incetta di consensi in una bagarre elettorale dove i voti si compravano come i porci e più delle idee contavano parentami e clientel

Portava i fiori ai partigiani, multata la nostra Presidente

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Che quello trascorso fosse un 25 Aprile atipico era sotto gli occhi di tutti. Il 75° anniversario della Liberazione dal nazifascismo lo abbiamo celebrato nelle nostre case, abbiamo cantato e suonato Bella Ciao dai nostri balconi e dato vita sul web, e in particolar modo sui social network, a un'intensa giornata all'insegna della memoria partigiana e antifascista fatta di storia, arte, musica, discussione, confronto come d'altronde è nella tradizione ANPI. Tuttavia, anche ai tempi del Covid-19 abbiamo ritenuto opportuno, con le giuste precauzioni (mascherine, guanti, distanziamento), portare dei fiori in un luogo fortemente simbolico: il Largo dei Partigiani, nella città vecchia, proprio di fronte a quel carcere giudiziario luogo di prigionia e dunque sofferenza per tanti antifascisti cosentini, a cominciare da Paolo Cappello, il muratore socialista che fu ucciso da piombo fascista nel 1924, cui è intitolato il nostro direttivo provinciale. Dopo una visita nella se

MEMORIA | Il primo "Primo Maggio" a Cosenza (di Paride Leporace)

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di Paride Leporace Buon Primo maggio. Una foto ricordo. I cento anni del Primo maggio della Camera del Lavoro di Cosenza nel 1920. Grazie al compagno Michele Scrivano che l’ha preservata alla Memoria. Cento anni fa a Milano con una grande manifestazione il Primo Maggio si riapriva la sede dell’Avanti devastata dai fascisti l’anno prima. A Torino la polizia carica i manifestanti e uccide 2 operai nella stessa piazza Statuto dove decenni dopo gli operai apriranno la nuova stagione delle lotte. Un anarchico nella stessa piazza lancia una bomba e uccide un poliziotto. A Pola i bersaglieri ammazzano 4 dimostranti e ne feriscono una trentina. Il Primo maggio non è stata solo una festa. Sempre nel 1920 a Paola, provincia di Cosenza, lo stesso Primo Maggio della foto, la Lega Bianca cattolica e quella Rossa si scontrano duramente. Muore il militante popolare De Seta . Quest’anno sono 130 anni della festa dei lavoratori . Era un giovedì quel Primo Maggio del 1890

PARTIGIANI COSENTINI | Geniale Bruni

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Geniale Americo Bruni nasce ad Aiello Calabro il 5 febbraio del 1923. Giovanni e Maria Volpe, i genitori, gli danno il nome del Santo Martire e Patrono del paese , dove Geniale trascorre la giovinezza. Scoppia la guerra e il ragazzo è costretto a lasciare la moglie Ersilia e il figlio Amerigo per arruolarsi dal primo settembre 1942 nell’81° Reggimento Fanteria. Nel mese di luglio del ’43 passa al 52° Reggimento di marcia. Dopo l'8 settembre, da sbandato, non torna in Calabria ma resta a Parma. Qui Geniale matura l'idea di intraprendere la lotta partigiana , dapprima con la Squadra di Azione Patriottica fino al mese di agosto del ’44. Dopodiché diventa “gregario” della 143esima Brigata “Garibaldi” in Emilia Romagna . Il 26 dicembre 1944 viene catturato dai tedeschi . Per salvare i compagni di brigata Geniale si era autoaccusato di aver fatto esplodere un ordigno contro i nemici in fuga. Deportato nel campo di concentramento di Mauthausen , muore “per malattia” il 18 m