CAMMINIAMO INSIEME | Riconoscimento a Francesco Veltri


"Il dovere dello storico è quello di compiere uno scarto verso i gradini delle grandi regioni sfruttate [...] tutte zone silenziose" scriveva il grande pensatore francese Michel De Certeau.
La marginalizzazione e la criminalizzazione delle differenze, proprie dei regimi totalitari e nondimeno del nazifascismo, è una di queste. Regioni silenziose, buie e impervie nelle quali lo storico, lo studioso di storia o come in questo caso un bravo giornalista che ha a cuore la Storia, sente a un certo punto, come un dovere morale, di dover proiettare un raggio di luce.
Francesco Veltri ha tirato fuori da un altrove di dimenticanza la storia di un ragazzo, di un calciatore e di un antifascista che a un certo punto della propria vita è stato proiettato in uno spazio di esclusione, reclusione, privazione, violenza e morte. Ne "Il mediano di Mauthausen" (Diarkos, 2019) ha infatti documentato la parabola di vita di Vittorio Staccione, ex calciatore di Torino, Fiorentina, Cosenza, Savoia che per aver aderito al movimento antifascista viene schedato dall'OVRA, catturato come oppositore politico e infine internato nel lager di Gusen, dove si spegne nel marzo del 1945. A Francesco Veltri va il merito di aver documentato la tragica vicenda di un calciatore che può dirsi - e a pieno titolo - militante nella mitica compagine dei "Cuori Partigiani" - per dirla con Edoardo Molinelli (Hellnation libri, 2019) - quella dei calciatori professionisti nella Resistenza italiana, quella che si riconosce nei colori della giustizia sociale e della libertà.
In tale direzione ci è sembrato quanto mai opportuno riconoscere alla ricerca e all'opera di Francesco Veltri - artefice di un giornalismo lento, ragionato, svincolato dagli incagli dell'instant e di una piacevole narrazione dei fatti storici, scientificamente ancorata alle poche fonti disponibili - un premio per aver rialzato l'antifascista Vittorio Staccione dal baratro della Storia e averci dato un ulteriore e valido case study del "siasemprevivo" esempio degli uomini e delle donne artefici della Resistenza (mat.dal.)

La notizia. Anche sulla base della ricerca condotta da Francesco Veltri, il nostro direttivo provinciale insieme all'ICSAIC (Istituto Calabrese per la Storia dell'Antifascismo e l'Italia Contemporanea) ha inoltrato nei mesi scorsi al Comune di Cosenza una richiesta relativa all'apposizione di una targa in memoria di Staccione. Il luogo proposto è lo spazio dell'ex stadio "Città di Cosenza" (oggi Parco Emilio Morrone) calcato a suo tempo da Staccione. Vi aggiorneremo sugli sviluppi dell'iniziativa.

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